Il 2019: una finestra aperta sul futuro dell’abitare, tra nuove tecnologie, Smart Cities e nuovi stili di vita.
Il 2019 si apre insieme a un’infinità di prospettive per il futuro dell’abitare. Realtà virtuale, intelligenza artificiale, robot domestici, droni, smart cities e chi più ne ha più ne metta: le nuove tecnologie, oggi, ci permettono di immaginare qualsiasi cosa. In Giappone, esistono già i primi prototipi di robot progettati per svolgere lavori molto pesanti nei cantieri più impegnativi, ovviamente no limits, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.
Parallelamente, in America assistiamo a un fenomeno opposto che vede 10,5 milioni di famiglie abbandonare le loro villette a schiera per scegliere una vita letteralmente in movimento sulle ruote di caravan. Parliamo dei cosiddetti «nuovi nomadi» o «nomadi digitali» che spesso e volentieri hanno collaborazioni professionali fisse, una famiglia ben strutturata e dei figli che frequentano puntualmente la scuola e fanno una vita uguale a quella di qualsiasi altro bambino americano.
Mentre da una parte si costruiscono le Smart Cities, dall’altra si afferma sempre di più il concetto promosso da CittaSlow (movimento italiano nato e cresciuto insieme a SlowFood) che sottolinea l’importanza di riportare anche i centri urbani più grandi a una dimensione prima di tutto umana, rispettando al tempo stesso le risorse della natura.
La rivoluzione dell’abitare, oggi
Possiamo dire di trovarci, quindi, in un’epoca in cui giorno dopo giorno si scrive un nuovo capitolo dell’era dell’abitare. Un futuro ampio di possibilità e di approcci diversi, in tutto il mondo e anche in Italia. L’innovazione tecnologica renderà possibili tanti stili di vita diversi e darà a ognuno di noi la libertà di scegliere come vivere e come concepire la propria dimensione domestica.
L’andamento dell’edilizia in Veneto: qualche numero
Guardando più nel dettaglio il nostro territorio, secondo uno studio di Intesa San Paolo il Veneto risulta essere la seconda Regione italiana, subito dopo la Lombardia (13%), con più suolo occupato da edifici produttivi e residenziali (12,4%). Ormai da una decina d’anni, invece, le concessioni edilizie venete hanno superato quelle lombarde, così come le concessioni di sviluppo di metri cubi per kmq (Veneto 8.000 m3/Kmq vs media Italia 4.600 m3/Kmq. Fonte: Intesa San Paolo).
Uno sguardo al futuro dell’edilizia Veneta
Il «Piano Casa» che dovrebbe rilanciare l’attività edilizia in Veneto prevede interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione di edifici residenziali e non solo, incentivando gli investimenti privati dei cittadini attraverso ingrandimenti o riqualificazioni delle abitazioni. Tuttavia, la scadenza prevista per il 31 dicembre 2018 è stata prorogata al 31 marzo 2019 per permettere di riqualificare il patrimonio immobiliare, la valorizzazione del paesaggio e la rinaturalizzazione territorio.
Tra l’altro, la manovra introdurrà crediti edilizi per il riordino urbano e la demolizione delle opere incongrue e degli elementi di degrado.
Un 2019 che si pone come una finestra sul futuro
Che cosa possiamo aspettarci, quindi, da questo 2019? Certamente, solo l’inizio di tanti, grandi cambiamenti che potremo guardare e toccare con mano forse solo tra qualche anno. In tutto ciò, l’innovazione tecnologica continuerà a giocare un ruolo fondamentale anche nella scelta dei materiali per le nuove costruzioni e per le ristrutturazioni: è finito il tempo dei lavori al risparmio, cittadini e normative chiederanno sempre più attenzione e qualità.
Se il 2019 si pone come una finestra aperta su un nuovo futuro di ampie prospettive, facciamo in modo che si tratti di un foro finestra coibentato come si deve, con davanzale in Peraluman e gocciolatoio integrato 😉